“Io sono OK, tu sei OK” il modello che migliora le relazioni sul Lavoro, la Leadership e le Performance dei Team

“Io sono OK, tu sei OK” il modello che migliora le relazioni sul Lavoro, la Leadership e le Performance dei Team

Migliora le relazioni aziendali

Nel mondo del lavoro moderno, i problemi non derivano solo da obiettivi sfidanti o scadenze serrate. Spesso, sono le relazioni disfunzionali, la mancanza di comunicazione efficace, e una scarsa consapevolezza di sé a generare stress, conflitti e disconnessione.

Tra i modelli più efficaci per lavorare sulla qualità delle relazioni in azienda c’è l’Analisi Transazionale (AT), una teoria psicologica sviluppata da Eric Berne che ha avuto grande diffusione anche in ambito organizzativo. Il suo cuore pulsante? Una frase che può cambiare il modo in cui vediamo noi stessi e gli altri:

“Io sono OK, tu sei OK.”

Un’affermazione semplice, ma potente. Un punto di partenza per relazioni autentiche, sane e produttive.

Cosa significa “Io sono OK, tu sei OK”?

Io sono OK, tu sei OK” è una delle quattro posizioni esistenziali fondamentali individuate da Eric Berne. Indica la percezione di sé e dell’altro come individui di valore, capaci, degni di rispetto e fiducia.

Le quattro posizioni esistenziali secondo Berne:

Posizione Significato Stile relazionale
Io OK – Tu OK Fiducia in sé e negli altri Collaborazione, apertura
Io NON OK – Tu OK Bassa autostima, sottomissione Dipendenza, vittimismo
Io OK – Tu NON OK Senso di superiorità Controllo, rigidità
Io NON OK – Tu NON OK Disillusione, cinismo Disimpegno, ritiro

Come spiega Berne nel suo libro “Ciao..e poi” (1972), solo la prima posizione è compatibile con relazioni adulte, consapevoli e costruttive. Le altre portano con sé ruoli rigidi, reattività emotiva e dinamiche disfunzionali.

Perché questa visione è cruciale in azienda?

In contesti aziendali sempre più complessi, la posizione “Io sono OK, tu sei OK” aiuta a:

  • Costruire ambienti psicologicamente sicuri
  • Evitare i giochi di potere e le manipolazioni
  • Favorire la responsabilizzazione e l’autonomia
  • Gestire i conflitti in modo costruttivo

“La posizione OK–OK è la base per relazioni autentiche, dove non c’è bisogno di vincere o dominare, ma solo di cooperare.” – Claude Steiner, psicoterapeuta, autore di “Emotional Literacy”

Studi recenti confermano che un clima basato su rispetto reciproco e comunicazione assertiva porta a maggiori performance: secondo il Workplace Wellness Report di Deloitte (2023), le aziende che promuovono la salute mentale mostrano un incremento medio del 23% nella produttività e una riduzione del 28% nel turnover.

Il ruolo dell’Analisi Transazionale nelle organizzazioni

L’AT non è solo uno strumento di terapia, ma anche una tecnologia relazionale per le aziende. Permette ai team di:

  • Comprendere gli stati dell’Io (Genitore, Adulto, Bambino)
  • Evitare i giochi psicologici distruttivi
  • Costruire transazioni (scambi comunicativi) sane
  • Assumersi la responsabilità del proprio comportamento

“Le organizzazioni fioriscono quando le persone si relazionano da uno stato dell’Io Adulto.” – Julie Hay, psicologa e formatrice AT, “Working it Out at Work”

Applicazioni pratiche nelle aziende

Offrire spazio di terapia individuale per i dipendenti

Uno dei passi fondamentali per coltivare relazioni OK–OK è dare alle persone lo spazio per elaborare i propri vissuti interni e riconoscere schemi disfunzionali.

L’accesso alla terapia, anche in forma aziendale (es. sportelli psicologici, sessioni con terapeuti esterni), permette ai dipendenti di:

  • Identificare automatismi emotivi
  • Sciogliere credenze limitanti (es. “Non valgo abbastanza” → Io NON OK)
  • Recuperare autostima e fiducia relazionale
  • Migliorare il modo in cui si pongono nel lavoro e nel team

“Il benessere psicologico comincia dalla consapevolezza di sé. La terapia non è un lusso, è una risorsa strategica.” – Dr. Gabriele Melli, Psicoterapeuta Cognitivo, Presidente Istituto IPSICO

Promuovere una cultura “OK–OK” con formazione continua

Organizzare workshop e programmi di formazione per:Riconoscere i propri copioni comportamentaliComunicare da Adulto ad AdultoOffrire e ricevere feedback senza colpa né giudizio


Secondo uno studio pubblicato da Forbes nel 2023, il ROI medio delle aziende che offrono supporto psicologico ai dipendenti è di 4.5:1: un ritorno di 4,5 euro per ogni euro speso in benessere psicologico, considerando costi risparmiati da burnout, turnover e assenteismo.


Alcuni dati salienti:

Area Miglioramento osservato Fonte
Engagement dei dipendenti +35% Gallup, 2024
Riduzione conflitti interni -40% SHRM, 2023
Soddisfazione professionale +32% Harvard Business Review, 2022
ROI supporto psicologico 4.5:1 Forbes Insight, 2023

 

 

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