Scopri il concetto degli stati dell’io nell’Analisi Transazionale: Esteropsichico (Genitore), Neopsichico (Adulto) e Archeopsichico (Bambino). Uno strumento potente per comprendere te stesso, superare traumi e migliorare le tue relazioni.
Che cos’è uno stato dell’io? Un viaggio dentro la nostra personalità
Ogni giorno pensiamo, proviamo emozioni, prendiamo decisioni. Ma da dove vengono queste reazioni? Secondo l’Analisi Transazionale, teoria psicologica sviluppata da Eric Berne negli anni ’50, le nostre azioni sono influenzate da tre stati dell’io: l’esteropsichico (o Genitore), il Neopsichico (o Adulto) e l’Archeopsichico (o Bambino). Comprendere questi stati significa iniziare un viaggio profondo nella nostra struttura intrapsichica, dove i nostri pensieri, sentimenti e comportamenti prendono forma.
Il concetto fu sviluppato e trasformato in una pietra miliare dell’analisi transazionale da Eric Berne che ne ha fatto un modello psicologico, con applicazioni in terapia, educazione e crescita personale.
I tre stati dell’io: Esteropsichico, Neopsichico e Archeopsichico
1. Lo Stato dell’Io Genitore (o esteropsichico): le voci interiori che abbiamo ereditato
Lo stato dell’io Genitore rappresenta tutte le introiezioni: ovvero le registrazioni, più o meno consce, delle figure genitoriali e autoritarie che abbiamo incontrato nella vita. Include norme, giudizi, regole morali e comportamenti appresi nell’infanzia.
Quando agiamo secondo questo stato, potremmo:
- Giudicare noi stessi o gli altri (“Questo non si fa!”, “Dovresti vergognarti!”).
- Ripetere schemi educativi ricevuti (“Perché lo dico io!”).
- Interiorizzare aspettative (“Devo pulire perché così si fa.”).
Questo stato è fondamentale per la trasmissione culturale e per fornire un orientamento etico e comportamentale, ma può diventare rigido o disfunzionale se non rielaborato.
2. Lo Stato dell’Io Bambino (o archeopsichico): il nostro archivio emotivo
Lo stato dell’io Archeopsichico, spesso chiamato anche stato Bambino, comprende tutte le esperienze emotive, cognitive e comportamentali del nostro passato personale. Non si tratta solo di ciò che abbiamo vissuto da bambini, ma include ogni fase della nostra storia: l’adolescenza, la giovinezza, persino esperienze recenti che si sono impresse in profondità.
Attiviamo questo stato quando:
- Reagiamo impulsivamente o emotivamente (“Non mi sente! Nessuno mi ascolta!”).
- Ci sentiamo vulnerabili, abbandonati, esclusi o sopraffatti.
- Ritorniamo a dinamiche relazionali del passato, spesso in modo inconsapevole.
Questo stato ci permette di accedere a risorse come la creatività, la spontaneità, la gioia, ma può anche portarci a regressioni quando siamo in difficoltà.
3. Lo Stato dell’Io Adulto (o neopsichico): vivere nel qui e ora
Lo stato dell’io Neopsichico, che Berne chiamava anche Adulto, è lo stato dell’io in cui siamo connessi alla realtà presente. È la parte più “razionale” della nostra mente, quella che elabora informazioni, prende decisioni, valuta i dati oggettivi e risponde in modo consapevole.
Quando siamo in questo stato:
- Rispondiamo ai nostri bisogni in modo adeguato (ho sete → bevo).
- Osserviamo e valutiamo senza giudizio.
- Ci relazioniamo con gli altri in modo equilibrato e adattivo.
Lo stato dell’io Neopsichico ha tre funzioni fondamentali:
- Integratrice: media tra le altre due istanze, scegliendo consapevolmente cosa trattenere o modificare.
- Metacognitiva: riflette sui propri pensieri, emozioni e comportamenti.
- Ricostruttiva: elabora le esperienze passate e le trasforma, generando cambiamento.
Perché gli stati dell’io sono fondamentali nella psicoterapia?
La conoscenza degli stati dell’io è uno strumento cruciale in psicoterapia, soprattutto quando si affrontano disturbi post-traumatici e dissociativi. Questi disturbi, infatti, si manifestano spesso come una frammentazione dell’esperienza: emozioni, pensieri e comportamenti possono risultare scollegati, come se appartenessero a “parti” diverse di sé.
In queste situazioni, riconoscere quale stato dell’io è attivo può aiutare a:
- Dare senso alle reazioni emotive.
- Identificare copioni appresi nel passato che si ripresentano nel presente.
- Facilitare il processo di integrazione tra passato e presente.
Un esercizio pratico: riconoscere gli stati dell’Io
Per introdurre l’esercizio pratico proposto, possiamo fare riferimento al libro L’Analisi Transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani di Ian Stewart e Vann Joines, che offre una panoramica dettagliata sugli Stati dell’Io e su come riconoscerli nella vita quotidiana. Gli autori sottolineano l’importanza di identificare e comprendere questi stati per migliorare la consapevolezza di sé e la qualità delle relazioni interpersonali.
“Conoscere i propri Stati dell’Io significa acquisire maggiore consapevolezza dei propri comportamenti, pensieri ed emozioni, e imparare a scegliere consapevolmente come reagire nelle diverse situazioni” .
Questo esercizio ti invita a osservare e riflettere sui tuoi stati interni in momenti specifici della tua giornata, aiutandoti a riconoscere quando agisci come Genitore, Adulto o Bambino. Tale consapevolezza è il primo passo per sviluppare una comunicazione più autentica e relazioni più equilibrate.
Prendi qualche minuto per fare questo esercizio:
- Stato dell’io Bamino / Archeopsichico: ricorda un momento recente in cui ti sei sentito come in passato (magari trascurato, non ascoltato, incompreso). Che emozioni hai provato? Come hai reagito?
- Stato dell’io Genitore / Esteropsichico : pensa a una situazione in cui hai detto o pensato qualcosa che ha “ereditato” da un genitore o una figura di riferimento nella tua vita (es. “Devo farlo perché è giusto così”).
- Stato dell’io Adulto / Neopsichico: individua un momento in cui hai risposto a un bisogno reale, presente, con lucidità (es. hai deciso di fermarti perché eri stanco, hai detto no a qualcosa che non ti faceva bene).
Questo esercizio ti permette di osservare il dialogo interiore e capire come questi tre stati si attivano, interagiscono e influenzano il comportamento quotidiano.
Stati dell’io e dialogo interiore: chi ti sta parlando dentro?
Uno degli aspetti più affascinanti dell’Analisi Transazionale è che ci permette di ascoltare e decifrare il nostro dialogo interiore. Molte delle nostre decisioni, dubbi o reazioni emotive sono il risultato di un “dialogo a più voci” tra i nostri stati dell’io.
Esempi:
- Una vocina dice: “Non sei abbastanza bravo!” → Stato dell’io Genitore critico.
- Un’altra risponde: “Ma io voglio provarci comunque!” → Stato dell’io Archeopsichico ribelle.
- Poi arriva la riflessione: “Posso fare del mio meglio, e vediamo cosa succede.” → Stato dell’io Neopsichico.
Riuscire a distinguere queste voci è il primo passo per comprendere se stessi e cambiare ciò che è stato utile in passato ma ora sembra non essere più funzionale.
Il potere trasformativo dello stato Neopsichico
Lo stato dell’io Neopsichico è una delle chiavi del cambiamento personale perchè può dare il via a importanti riflessioni sul qui e ora, incentivando le scelte, integrando e modificando schemi appresi non più funzionali.
Attraverso il lavoro terapeutico e la crescita personale, è possibile:
- Soddisfare bisogni del passato rimasti inespressi.
- Ristrutturare il dialogo interno, dando permessi nuovi e togliendo divieti limitanti.
- Modificare le relazioni, passando da schemi disfunzionali a modalità più autentiche.
Un modello accessibile per la vita quotidiana
Una delle qualità più potenti del modello degli stati dell’io è la sua applicabilità immediata.
Può essere applicato:
- Nel relazioni interpersonali e lavorative: per riconoscere quando stai interagendo a partire da uno stato dell’io Bambino, Genitore o da uno stato dell’io Adulto. (es. Stai replicando degli schemi appresi).
- Nella genitorialità, per evitare di replicare messaggi negativi ricevuti nell’infanzia e introiettati.
- Nella gestione delle emozioni, per risalire all’origine dei propri comportamenti e delle proprie re-azioni.
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