La Terapia Ricostruttiva Interpersonale (IRT), sviluppata da Lorna Smith Benjamin, è un modello psicoterapeutico che integra aspetti biologici, psicologici e psicoanalitici per spiegare e trattare il disagio psicologico. Questo approccio si radica profondamente nella teoria dell’attaccamento di John Bowlby, ma si distingue per la sua attenzione ai meccanismi biologici e ai processi adattivi attraverso i quali gli individui rispondono alle esperienze relazionali. Per comprendere appieno l’IRT, è fondamentale esplorare i concetti chiave come i processi di copia, il dono d’amore, e la codifica errata degli affetti.
La Biologia e l’Adattamento
L’IRT si distingue per il suo approccio biologico e teorico che integra la biologia evolutiva con la psicologia clinica. Lorna Benjamin fa riferimento alla biologia naturale come chiave per comprendere i comportamenti umani. Secondo la sua teoria, il nostro patrimonio genetico è plasmato dall’interazione con l’ambiente, e questo processo è adattivo, volto alla sopravvivenza. In questo contesto, le strategie che una persona adotta per affrontare le sfide della vita possono essere inizialmente utili, ma diventano disfunzionali quando il contesto cambia. Benjamin osserva infatti che “l’adattamento è un processo fondamentale per la sopravvivenza; tuttavia, ciò che è stato utile in un contesto potrebbe non esserlo più in un altro, portando a manifestazioni psicopatologiche” (Benjamin, 1995).
I Processi di Copia: Identificazione, Ricapitolazione e Introiezione
Nel modello di IRT, la copia non riguarda solo l’imitazione di comportamenti, ma anche l’assimilazione delle emozioni e dei modelli di risposta agli stimoli. Secondo Benjamin, i processi di copia sono fondamentali per comprendere come alcune strategie disfunzionali possano svilupparsi e persistere nel tempo.
Questi processi, che si svolgono a livello inconscio e automatico e sono:
Identificazione: “Sono come te“, si verifica quando un individuo inizia ad adottare le caratteristiche della figura di attaccamento. L’esempio classico è quello di un bambino che, crescendo in un ambiente di abuso, imita i comportamenti aggressivi o sottomessi della figura genitoriale, anche se questi comportamenti non sono funzionali al suo benessere.
Ricapitolazione: “Le tue regole sono le mie“, esprime la tendenza degli adulti a ripetere, anche inconsciamente, gli stessi schemi affettivi e relazionali vissuti nell’infanzia. Un adulto che ha sperimentato trascuratezza potrebbe ripetere dinamiche simili in età adulta, ad esempio in una relazione romantica, ricreando in modo disfunzionale gli stessi modelli affettivi.
Introiezione: “Mi tratto come hai fatto tu”. Con questo termine, Benjamin si riferisce al processo attraverso il quale un individuo assimila i comportamenti e le emozioni della figura di attaccamento, trattando sé stesso come quella figura lo ha trattato. Per esempio, una persona che è cresciuta in un ambiente in cui l’amore era condizionato a prestazioni potrebbe sviluppare una autocritica eccessiva, credendo di non meritare affetto se non è “perfetto”.
Questi processi sono alla base della psicopatologia, in quanto l’individuo non è in grado di evolversi oltre le modalità apprese in età infantile, che diventano disfunzionali nell’età adulta.
“La ripetizione di schemi relazionali appresi durante l’infanzia è la chiave per comprendere il disagio psicologico e i disturbi di personalità. La terapia deve mirare comprenderne l’origine e promuoverne il cambiamento a favore di schemi più funzionali” (Benjamin, 1995).
Il Dono d’Amore: Connessioni e Ripetizione dei Comportamenti Disfunzionali
Un altro concetto chiave nell’IRT è il dono d’amore, che Benjamin descrive come il tentativo di mantenere una connessione emotiva con la figura di attaccamento, anche quando tale connessione è caratterizzata da comportamenti disfunzionali o abusivi. Questo concetto aiuta a comprendere perché, nonostante la sofferenza, i pazienti continuano a cercare affetto nelle stesse modalità distruttive. In altre parole, la persona può continuare a ripetere comportamenti autolesionisti per cercare di ricreare una connessione emotiva mai soddisfatta.
Benjamin osserva che “Il dono d’amore implica una continua ricerca di un legame affettivo che, purtroppo, può perpetuare la sofferenza se non si riesce a fare un passo indietro e riconoscere i meccanismi disfunzionali” (Benjamin, 1996). Questo concetto è cruciale per capire perché molte persone nonostante siano consapevoli dei loro schemi disfunzionali, continuano a ripetere gli stessi comportamenti.
Codifica errata degli affetti: Disfunzione nel Sistema Sicurezza/Minaccia
Alla base dell’IRT c’è un modello che enfatizza la connessione tra sicurezza e minaccia, che si ritiene essere essenziale per la sopravvivenza. Questo sistema permette di discernere ciò che è pericoloso da ciò che non lo è, mantenendo l’individuo in uno stato di allerta, pronto a reagire di fronte a situazioni minacciose. Tuttavia, quando questo sistema viene alterato, ad esempio a causa di esperienze traumatiche o abusi, l’individuo può rimanere intrappolato in uno stato di allerta costante. Questo porta a una continua reazione di ansia, paura e a una difficoltà nell’elaborare emozioni naturali come la rabbia e la tristezza.
Benjamin osserva che “La psicopatologia si origina quando la codifica errata di affetti naturali come rabbia, ansia e tristezza porta a disturbi più gravi, soprattutto quando questi affetti vengono vissuti in un contesto relazionale traumatizzato” (Benjamin, 1995). L’angoscia diventa la risposta naturale a una continua frustrazione dei bisogni primari di sicurezza e protezione.
La sua unicità risiede nel riconoscere il disagio e i disturbi della personalità non come malattie intrinseche, ma come strategie apprese durante esperienze di attaccamento e interazioni precoci che non risultano più funzionali. Il trattamento si focalizza sulla consapevolezza di questi schemi appresi e sulla loro ristrutturazione, al fine di creare un “sé sicuro” che non dipenda più da strategie di sopravvivenza disadattive.
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